DONNE E RESISTENZA – Creature d’azione
“Resistere significa non cedere all’urto di altri corpi, star saldo addietro. L’essere ancorati in un punto e opporre forza a ciò che ti vuole spingere avanti, altrove. Qualcosa che ha a che fare con l’esistere”.
Lo spettacolo è liberamente tratto da testi e riferimenti storici quali: Lettere di Irma Marchiani (Anty) Partigiana combattente Medaglia D’Oro al Valor Militare tratte da Lettere di Condannati a morte della Resistenza italiana, La passion de Jeanne d’Arc di Carl Theodor Dreyer, Un Uomo di Oriana Fallaci, Prometeo Incatenato di Eschilo e l’opera di Anton Cechov Il reparto N° 6.
Tutti i riferimenti storici, accenni alla reale esistenza dei personaggi esaminati
nella costruzione drammaturgica, sono un pretesto per allargare il tiro, per trattare un argomento che
appartiene ad ogni tempo, la persecuzione degli uomini liberi, lotta per non estinguere i sogni,
resistenza all’immobilità. La funzione performativa utilizza, nella sua fase di studio preliminare,
la passione dei “rivoluzionari” incontrati per poter poi rovistare liberi nel corpo di tali creature,
nelle visioni e tra le paure di questi esseri soli, bestie in via d’estinzione.
In un’atmosfera paradossale, ironica e cinica si consumano ruoli e immagini,
creature e azioni frutto di un amore viscerale per la mobilità, inno alla libertà.
“Donne, in prima fila e nelle celle più fredde, spesso torturate e violentate per un nome o per dispetto,
per la storia protagoniste di sogni e grida, silenziose gemme, il lamento del vento vi chiede ancora aiuto”.
di Stefano Tè
Credo che questo sia qualcosa di cui sia urgente parlare, di questi tempi.
Personalmente lo credo perché mi pare che di punti fermi non ce ne siano molti.
Lo spunto per affrontare questo tema è una resistenza esemplare, quella agita durante il periodo di guerra, che ci ha portati a conoscere persone davvero straordinarie, a cui questo spettacolo è dedicato; ma la resistenza non è circoscrivibile a un momento storico o a un paese, è qualcosa di molto più grande, che assume forme diverse, che sottende più domande, come quella che è stata posta da una partigiana durante un colloquio: “la libertà non è data una volta per sempre, lo sai?”.
Questo lavoro è dunque principalmente un’occasione per porsi delle domande, per mettere in discussione delle cose che solo apparentemente sono dei dati di fatto.
E, a suo modo, è a sua volta un modo per tentare di resistere.
di Azzurra D’Agostino
Interpreti: Pino Dieni, Francesca Figini, Antonia Massimini, Beatrice Pizzardo e Antonio Santangelo
Direzione tecnica: Iacopo Bassoli
Drammaturgia: Azzurra d’Agostino
Scenografie e costumi: Giada Conte realizzati da Monteré Modena
Assistenza tecnica e alla regia: Antonio Santangelo
Regia: Stefano Tè
Una produzione Teatro dei Venti
www.progetto28.it e Francesca Pagliai